giovedì 31 dicembre 2009

UNDERSTANDING DWARVES - CAPITOLO 6 - LA TERZA ERA - IL DESTINO DI THRAIN, THROR E THORIN - TREDICI NANI ED UNO SCASSINATORE HOBBIT ED ALTRO ANCORA

CAPITOLO 6 - LA TERZA ERA - IL DESTINO DI THRAIN, THROR E THORIN - TREDICI NANI ED UNO SCASSINATORE HOBBIT ED ALTRO ANCORA
Dopo la Battaglia di Azanulbizar, Dain Torna con la sua gente ai Colli ferrosi. Thrain tuttavia ha l'Anello a consumargli l'animo, ingigantendo la sua sete di ricchezze. Per un certo periodo viaggia col figlio Thorin, con Balin e Gloin, fino a stabilirsi negli Ered Luin. Ma l'inquietudine che lo rode lo spinge ancora a partire, assieme a Balin, Dwalin e pochi altri, con meta questa volta Erebor. Passate le montagne una notte Thrain sparisce e vane sono le lunghe ricerche dei suoi compagni, che alla fine rassegnati tornano da Thorin. Si saprà solo molto dopo che è stato rapito dai servi di Sauron e portato a Dol Guldur, dove, toltogli l'Anello, verrà torturato e lasciato a morire.
Gandalf lo troverà laggiù, vaneggiante al punto da non ricordare neanche chi è, e gli verranno consegnata dal nano morente una mappa e una chiave, che saranno preludio alle vicende de "Lo Hobbit", ampiamente note a ogni Rànadurin che si rispetti.
Basterà qui ricordare che al termine dell'avventura, dopo la morte di Smaug e la Battaglia dei cinque eserciti , Erebor tornerà ai Nani, e Dain diverrà Re sotto la Montagna.
Non c'è dubbio che, col senno di poi, "... Molto importanti furono le attività dei Nani, non solo come preludio allo Hobbit, ma anche come parte della storia di tutta la Terra di Mezzo. La sconfitta degli orchetti a Moria nel 2799 e, più tardi nel 2941 presso la Montagna Solitaria contribuì a ridurre la disponibilità di truppe di orchetti durante la Guerra dell'Anello, mentre l'uccisione di Smaug tolse di scena una creatura che avrebbe potuto essere usata da Sauron con effetti devastanti..." [Karen Wynn Fonstad, L'Atlante della Terra di Mezzo di Tolkien, p.62]

Cosa successe ai tredici compagni di Bilbo?
Tre perirono nella Battaglia dei Cinque Eserciti: Thorin Scudodiquercia, come già visto, e Fili e Kili, morti nel tentativo di proteggerlo.
Quando a Granburrone Frodo incontra Gloin, gli chiese notizie:
"... dei dieci compagni sopravvissuti alla Battaglia dei Cinque Eserciti, sette erano ancora con lui [Dain, Re sotto la Montagna]: Dwalin [nel gioco è signore di Thorin's Gate], Gloin [al campo nelle Misty Mountains], Dori, Nori, Bifur, Bofur, Bombur [qualcuno ricorda dove si trovano in Lotro?] ...
- E cosa è successo a Balin, a Ori e a Oin? - chiese Frodo.
Un'ombra offuscò la fronte di Gloin.
- Non lo sappiamo... " [La Compagnia dell'Anello, libro 2, capitolo 1]
Adesso, come è noto, grazie al ritrovamento del Libro di Marzabul, lo sappiamo: [spoiler per il vol2 delle Epiche, se qualcuno non avesse letto La Compagnia dell'Anello - Vergogna!!]
nel 2089 della Terza Era Balin figlio di Fundin si recò a Moria, apparentemente deserta, e vi fondò una colonia. Cinque anni dopo morirono tutti.
"... - Aspettate! Qui vi è una cosa interessante: una scrittura grande e sicura, in caratteri elfici. -
- Dovrebbe essere la scrittura di Ori -, disse Gimli, guardando oltre il braccio dello stregone.
- Scriveva bene e veloce, e adoperava spesso caratteri elfici. -
- Temo avesse cattive notizie da riferire con la sua bella scrittura - disse Gandalf...
... - ... ieri essendo il dieci di Novembre Balin signore di Moria cadde nella valle dei Rivi Tenebrosi - ...
... Non possiamo uscire. Hanno preso il Ponte e il secondo salone...
... l'acqua dello stagno sale al muro del Cancello Ovest. L'Osservatore nell'acqua ha preso Oin. Non possiamo più uscire. Giunge la fine, - infine - tamburi, tamburi negli abissi.
- Chissà cosa significa. L'ultimo tratto di lettere elfiche è scarabocchiato è:
- Stanno arrivando. -
Quindi più nulla... [La Compagnia dell'Anello, libro 2, capitolo 5]

Questa è la situazione a oggi, più o meno. Per il resto"... Nei tempi che verranno, quando l'era degli Uomini giungerà e gli Elfi scompariranno al di la del mare, ci piace pensare che ancora, nascosti nelle loro aule sotto le montagne, essi lavorino e forgino armature e cotte di maglia, affilino asce, preparandosi per l'ultima grande battaglia e per il giorno in cui saranno finalmente annoverati tra i Figli di Iluvatar..." [Paolo Paron (Presidente onorario della Società Tolkineniana italiana), "I popoli di Tolkien]

UNDERSTANDING DWARVES - CAPITOLO 5 - LA TERZA ERA - I SETTE ANELLI - EREBOR E LA BATTAGLIA DI AZANULZIBAR - I NANI NASCONO DALLA PIETRA?

CAPITOLO 5 - LA TERZA ERA - I SETTE ANELLI - EREBOR E LA BATTAGLIA DI AZANULZIBAR - I NANI NASCONO DALLA PIETRA?
Ben tre stirpi di Nani ora si sentono esuli da Khazad-dum, rinominata Moria.
La sorte dei figli di Durin è ora indissolubilmente legata agli Anelli: è mediante essi che cercano di recuperare il potere perduto a Moria.
Per volere di Aule essi sono resistenti, e pertanto gli anelli non li corrompono come per gli Umani, non diventano Spettri dell'Anello. L'unico effetto apparente è che ne acuiscono la brama e ne accendono l'ira, facendoli comunque precipitare in disgrazia.
Grazie agli anelli vengono creati i Sette tesori degli antichi Re, ma essi ben presto vengono saccheggiati dai draghi, cosa che ha come conseguenza anche che alcuni degli Anelli vengono consumati dal loro fuoco.
Forse anche il seguente è uno di questi casi:
"... dicono che Frumgar fosse il nome del capitano che aveva condotto il suo popolo all'Eotheod. Di suo figlio FRAM si racconta che fu egli a uccidere SCATHA, il grande drago di Ered Mithin...
... [Fram] si trovò a dover sostenere una controversia con i Nani che reclamavano il bottino di Scatha..." [Signore degli Anelli, Appendice A]

Sicuramente ora si conosce che Sauron recuperò alcuni degli Anelli superstiti ed è ben noto che il drago SMAUG fu attirato ad EREBOR dal grande tesoro di THROR e costrinse i pochi superstiti del suo attacco alla fuga.
Essi -doppiamente esuli, da Moria e da Erebor - vagarono lungamente per i Monti Azzurri, fino a quando l'Anello fu ceduto al figlio Thrain da Thròr, che si allontanò dagli altri con il solo Nar, recandosi a Moria.
Passarono il vallico Cornorosso, arrivando ad Azanulbizar, e trovarono il cancello di ingresso aperto. Thròr entra, mentre Nar, timoroso, rimane in attesa fuori per giorni finche si sentì lo squillo di un corno, seguito da un corpo senza testa gettato fuori, cui segue subito la testa. Gli Orchi deridono il vecchio Nar, dicendo che lo lasciano in vita perché gli serve da messaggero. Sulla testa, che è proprio quella di Thròr, vi è inciso con rune crudeli il nome del capo orco AZOG. Gli orchi deridono ulteriormente Nar gettandogli un sacchetto che contiene alcune monetine di rame. Nar allora fugge, mentre gli Orchi fanno a pezzi il corpo.
Saputa la notizia, in tre anni Thrain raduna un esercito, che comprende anche Nani di casate diverse da quella di Durin, e porta guerra in tutte le fortezze orchesche, da Gundabad al Fiume Iridato, fino a costringere tutti gli orchi superstiti in Moria.
Lo scontro finale, noto come la Battaglia di AZANULBIZAR avviene al Mirolago, ed è tale che "... al ricordo della quale ancora oggi gli Orchi rabbrividiscono e i Nani piangono..." [Signore degli Anelli, Appendice A]
In essa muoiono Frerin figlio di Thrain e il suo parente Fundin, padre di Balin. Thrain stesso viene ferito, così come suo figlio Thorin Scudodiquercia.
Mentre la battaglia è in atto sopraggiungono i rinforzi dai Colli Ferrosi, guidati da Nain figlio di Gror.
Davanti al Cancello di Moria si consuma il duello tra Nain e Azog, comandante supremo degli Orchi. Nain muore col collo spezzato, ma intanto i nani intorno ai duellanti hanno messo in rotta gli orchi.
Azog fugge verso il cancello, ma viene raggiunto e ucciso da Dain Piediferro, figlio di Nain.
Thrain, privo di un occhio, vorrebbe entrare in Moria, ma gli altri Nani si rifiutano: "Tu sei l'erede di Durin e noi ti abbiamo seguito per vendetta, ma il suo sapore non è dolce. Khazad-dum non era la nostra dimora". Questo per quanto riguarda le altre stirpi. E Dain stesso, che appartiene alla stirpe di Durin, aggiunge: "Tu sei il padre della nostra gente, ma non vogliamo entrare in Khazad-dum, siamo troppo pochi per farlo, il tempo della riscossa non è ancora giunto. Io ho visto attraverso il cancello e dentro c'è il flagello di Durin ad attenderci.". con tale nome indicavano il Balrog. Thrain si vede così costretto a rinunciare, pur con rimpianto.
I morti sono numerosissimi e per questo i Nani si vedono costretti, per la prima volta nella loro storia, a fare una pira per i corpi della loro gente. Sono i cosiddetti "Nani bruciati" e da allora avere tra gli avi uno del novero è considerato motivo di sommo orgoglio tra i Figli di Aule.

E' interessante poi notare come Dain tra i motivi del rifiuto di penetrare in Moria metta che i Nani sono troppo pochi per farlo. E' un fatto appurato che i Nani stavano diminuendo di numero, e non solo per i pericoli della Terra di Mezzo e per la bellicosità dei figli di Aule:
"... c'erano poche Nane, probabilmente appena un terzo dell'intera popolazione. esse si allontanano dalle loro dimore assai di rado e soltanto in casi di estrema necessità [come del resto accade anche per elfe, umane ed hobbit!!, N.D. Palamorn]. La loro voce, il loro aspetto e, quando viaggiavano, anche il loro abbigliamento sono talmente simili a quelli dei Nani maschi che agli occhi e alle orecchie della gente di altri paesi non sanno distinguerle: questo è all'origine dell'errata credenza degli Uomini, secondo cui non esistono le Nane e i Nani "NASCONO DALLA ROCCIA". [Signore degli Anelli, Appendice A]
E' quindi per la scarsità di Nane e per la loro cultura monogama e con un solo compagno per la vita che il numero dei Nani non aumenta, e sembrano destinati a rimanere pochi.

I ruscelli felici scorreranno,
i laghi brilleran nella campagna
e dolori e tristezza svaniranno
al ritorno del re della Montagna

UNDERSTANDING DWARVES - CAPITOLO 4 - LA SECONDA ERA ED OLTRE - ASCESA E CADUTA DI KHAZAD-DUM

CAPITOLO 4 - LA SECONDA ERA ED OLTRE - ASCESA E CADUTA DI KHAZAD-DUM
Dopo la Guerra dell'Ira, nella quale non vi è traccia di partecipazione dei Nani, e la conseguente sconfitta di Morgoth, la Terra di Mezzo cambia aspetto, con la parte più occidentale che sprofonda nel mare.
Poco si sa di cosa successe di Nogrod e Belegost dopo la distruzione del Thangorodrim, ma è noto che ai tempi della Guerra dell'Anello molti Nani si recavano ancora nei Monti Azzurri, quindi è pensabile che almeno le miniere resistettero. Le città sicuramente no, in quanto non vi è più traccia di loro nelle cronache dopo tale evento.
E i pochi sopravvissuti delle relative popolazioni ("Barbedifuoco" e "Tarchiati") fuggirono a Est, rifugiandosi per lo più a Khazad-dum e di fatto mescolando le stirpi.
Infatti è da questo momento in poi che i "Longobarbi" inizieranno a distinguere tra la stirpe di Durin (loro antico Padre) pura e le altre. A riprova di ciò, tra gli altri esempi, è ben noto come tre dei compagni di Thorin Scudodiquercia nella spedizione de "Lo Hobbit", nello specifico Bifur, Bofur e Bombur, fossero discendenti dei Nani di Moria ma non della linea di Durin.
Nel frattempo l'astio tra Nani e Sindar continua, mentre con i Noldor permane il clima di amicizia.
E infatti l'ultimo discendente di Feanor, Celebrimbor, fonda una sua colonia nell'Agrifogliere proprio vicino a Khazad-dum, chiamandola Ost-in-Edhil nel 750 SE ed entrambe le città continuano a prosperare per un certo tempo.
Ciò che avvenne dopo è ben noto a tutti (soprattutto a chi ha completato il primo volume delle quest epiche di Shadow of Angmar ^^): tra il 1200 e il 1500 Sauron, sotto le false spoglie di Annatar il "Signore dei doni", forgia con Celebrimbor gli Anelli del Potere, finche gli elfi non si accorgono dei veri scopi dell'ex servo di Morgoth.
Nel 1697 l'Eregion è devastato dall'esercito di Sauron, a caccia degli Anelli. I tre Anelli maggiori (Narya, Nenya e Vilya) vengono affidati a Galadriel ed Elrond e nascosti, mentre Celebrimbor, malgrado il consiglio di Galadriel, rifiuta di distruggere i sedici anelli minori.
Celebrimbor viene fatto prigioniero, torturato ed ucciso, gli Anelli minori vengono presi da Sauron (almeno quelli che non sono già stati "donati" ed han iniziato a far sentire la loro malvagia influenza) e le porte di Khazad-dum chiuse.
Elrond è fuggito a nord, dove fonda Imladris, Galadriel (Noldo) è accolta dai Nani di Khazad-dum prima che chiudano le porte che le permettono il passaggio sicuro a Est, dove fonderà Lorien. E' da rimarcare come suo marito Celeborn (Sindar!) rifiuti invece l'offerta dei Nani e rimane pertanto a lungo a Ovest delle montagne, separato dalla moglie e inseguito da vicino dall'esercito di Sauron.
I Nani sembrerebbero al sicuro -troppo grande la forza di Khazad-dum, troppo salde le sue difese- ma purtroppo a loro sono stati già donati sette degli anelli. Almeno uno, il primo, è proprio a Khazad-dum, nelle mani di Re Durin, terzo del suo nome, cui è stato donato tempo prima dagli elfi.
Del periodo successivo è noto che i Nani usciranno da Nanosterro per partecipare alla Grande Battaglia che chiuderà la Seconda Era, quella in cui Isildur taglierà un dito a Sauron e prenderà l'Unico Anello.
E tuttavia, dopo la sconfitta di Sauron, gli anelli venivano ancora utilizzati e a Khazad-dum si continuava a scavare sempre più in profondità, fino al 1981:
"... Accadde che verso la metà della Terza Era il Re era di nuovo Durin, il sesto di questo nome...
... I Nani scavavano molto in profondità a quei tempi, cercando sotto il Barazinbar filoni di Mithril...
... E fu così che risvegliarono un essere orrendo che, fuggito da Thangorodrim, era rimasto nascosto nelle viscere della terra sin dalla venuta dell'esercito dell'Ovest: un balrog di Morgoth. Esso uccise Durin, e l'anno seguente suo figlio Nain I; e allora la gloria di Moria svanì, e i suoi abitanti vennero decimati e costretti a fuggire..." [Signore degli Anelli - Appendice A]

Lontan sui monti fumidi e gelati
in antri fondi, oscuri, desolati,
prima che sorga il sol dobbiamo andare
i pallidi a cercar ori incantati

UNDERSTANDING DWARVES - CAPITOLO 3 - LA PRIMA ERA - IL MITO DELLA LINGUA SEGRETA - CITTA' MITICHE E RANCORI SECOLARI

CAPITOLO 3 - LA PRIMA ERA - IL MITO DELLA LINGUA SEGRETA - CITTA' MITICHE E RANCORI SECOLARI

I Nani dunque emergono dopo il risveglio degli Elfi. Le prime informazioni su di loro sono del periodo in cui i Noldor si trovavano ancora a Valinor, quindi prima dell'avvento del Sole e prima che inizino a comparire gli Umani. Sicuramente si risvegliarono parecchio tempo prima di quando incontrarono per la prima volta i Sindar, in modo da aver avuto il tempo di ingrossare le proprie stirpi.
A dire il vero i primi Nani ad incontrare gli elfi sono stati i cosiddetti NANEROTTOLI, razza bandita, pare, dalle città dell'est, che furono i primi occupanti delle grotte che diverranno poi Nargothrond e dalle quali furono scacciati dagli elfi. Di qui il loro odio per i Priminati. Gli ultimi di questa sfortunata razza furono MIM e i suoi figli, la cui fine è narrata nella storia di Hurin.
Tutti i Nani propriamente detti in questi primi tempi del mondo provengono da Est del beleriand (ma sono delle tre stirpi occidentali), in particolare da due città: da GABILGATHOL, sita a nord, il cui nome significa "Gran Rocca", che gli Elfi chiameranno BELEGOST e da TUMUNZAHAR ("Dimora Cava") più a sud, NOGROD in elfico. Vi è poi una terza città, ancora più a est, il cui nome rimarrà per lunghissimo tempo poco più che l'eco di un posto quasi mitico: KHAZAD-DUM, "Nanosterro" la sua traduzione, per i Sindar HADHODHROND.
I Sindar chiameranno i figli di Aule GONHIRRIM, "Maestri della pietra" e -soprattutto- con lo spregiativo NAUGRIM, "Popolo Rachitico".

Popolo schivo, i Nani non insegnano la propria lingua (il KHUZDUL) agli elfi, ma preferiscono essere loro ad imparare il Sindar (e successivamente il Comune). Questo ha creato il falso mito della lingua segreta.
Che la lingua nanica non fosse segreta è dimostrato dal fatto che sia stata liberamente insegnata a quei pochi elfi che si degnarono di volerla imparare e che si son presi la briga di chiederlo: Pengoloth narra di leggende nelle quali Aule stesso la insegna a Feanor. E Curufin figlio di Feanor soggiornò a lungo nelle città nelle Montagne Blu e laggiù la imparò. E lo stesso avvenne con Eol e suo figlio Maeglin.
Nella seconda era poi Pengoloth stesso visse a Khadad-dum ed anche lui ivi imparò il Khuzdul. Ed anche Galadriel lo imparò, probabilmente durante il suo soggiorno a Ost-in-Edhil, ed infatti userà tale linguaggio con Gimli a Caras Galadhon. E Gimli stesso apparirà felice e sorpreso della cosa, ma non scioccato di udire un elfo parlare la lingua "segreta".
Ma quali sono allora i motivi per cui nacque la leggenda della lingua segreta?
Innanzitutto il Khuzdul è un linguaggio cui i nani tengono molto, essendo stata insegnata ai sette Padri direttamente da Aule/Mahal, e vederla mal recepita dai sindar, che la ritenevano complicata e difficile, li ha maldisposti nell'insegnarla.
Poi c'è il fatto che i Nani dei Monti Blu si trovavano lontano da casa, e quindi furono loro ad adeguarsi alle usanze del posto, imparando loro la lingua del luogo.
E, soprattutto, c'è il fatto che tra i Nani vi era la credenza -quasi una religione- del "vero nome" delle cose, secondo cui conoscerlo vuol dire conoscere la vera natura della persona/cosa, l'essenza stessa e significa avere di conseguenza potere su esse. Pertanto i "veri nomi" vanno custoditi.
Non è una credenza esclusiva dei Nani, basti ricordare di come Barbalbero si stupisca che Merry e Pipino dicano liberamente e con facilità il proprio.
Pertanto possiamo affermare che quasi sicuramente è avvenuta un'incomprensione -la prima di molte tra le due razze!- tra il voler sapere il vero nome delle cose e il conoscere i nomi in Khuzdul. A riprova di questo c'è anche il fatto che i Nani trasmettano fin da subito il "nome in Khuzdul" (e non il vero nome) sia del loro popolo ("Khazad"), sia delle loro principali città ("Gabilgathol", "Tumunzahar" e "Khazad-dum"), cosa che sicuramente non sarebbe avvenuta se la lingua fosse stata segreta.
Aggiungendo a questo il brutto carattere dei Nani, unito all'atteggiamento negativo e spesso derisorio degli Elfi Grigi, che traspare già dal nome "Naugrim", e otteniamo la riservatezza e la reticenza dei Nani su un argomento che in qualche maniera è legato a qualcosa di "segreto".
A partire dalla Seconda Era poi, dopo la distruzione del Beleriand, il Khuzdul diventerà la lingua usata solo nelle occasioni "ufficiali", seguendo un po' il destino del Quenya.
Diversa è invece la questione dell’IGLISHMEK, la lingua dei segni, di cui si sa veramente poco. Questa certamente era una lingua segreta, al punto che ognuna delle sette tribù ne ha sviluppata una propria, sconosciuta perfino alle altre sei.
Per quanto riguarda la scrittura, va ricordato come la tradizione dei Nani è prettamente orale (tipo gli aedi Achei pre-omero), e la scrittura, imparata durante la costruzione di Menegroth (le rune elfiche CIRTH di Daeron) viene usata soprattutto su steli e lapidi commemorative. A partire dalla seconda era i Nani inizieranno a tenere resoconti scritti nella forma di annali e cronache (e il Libro di Marzabul dovrebbe essere assimilato a una di queste), utilizzando però vari tipi di scrittura diversa.

Dunque abbiamo visto come in quei primi tempi siano i Nani a viaggiare ad ovest ed a commerciare con gli Elfi Grigi, costruendo grandi strade da Nogrod e Belegost per favorire gli scambi. I Nani sono infatti, oltre che famosi scalpellini e costruttori di caverne, il popolo più esperto di metallurgia, nonché famosi costruttori di gioielli.
E infatti Melian e Elu Thingol, sovrani elfici del Doriath, si rivolgono ai Nani di Belegost per costruire Menegroth ("Mille caverne"), che si dice rimarrà unico esempio compiuto di architettura che mescoli lo stile dei due popoli.
Con l'avvicinarsi della terza era della cattività di Melkor, i Nani provenienti da est nel Beleriand parlano di nuovi mali emergenti dal nord e Thingol decide così di farsi armare dai Nani, maestri costruttori. Così i Sindar appresero la metallurgia e i Nani, tra le altre cose, conobbero le rune di Daeron.
Poco dopo questo periodo i Noldor giungono nella Terra di Mezzo e inizierà il periodo delle sanguinose guerre del Beleriand, nelle quali Nani ed Elfi saranno alleati contro un nemico comune.
I Nani si legheranno molto più in amicizia con i Noldor che con i Sindar, forse perché Feanor è stato allievo di Aule in Valinor.
Successivamente è Finrod Felagund ("Costruttore di caverne") a chiedere aiuto ai Nani per la costruzione di Nargothrond.
Oltre a costruire le Sale della città, per lui i Nani fabbricano la loro opera più rinomata, Nauglamìr la "Collana dei Nani": pur riccamente incastonata con gemme provenienti dalla stessa Valinor risulta essere leggerissima e alla vista poco pesante.
Più o meno in questo periodo avviene la "rottura" tra i Sindar di Thingol e i figli di Feanor a causa del Silmaril che Beren ha strappato alla corona di Morgoth e che ha consegnato al Re del Doriath: quest'ultimo rifiuta di "restituirlo" ai Noldor.
Per questo motivo i Sindar non partecipano alla Battaglia delle Innumerevoli lacrime, ma in essa i Nani di Nogrod e Belegost ne prendono però degnamente il posto:
"... non fosse stato per i nani, Glaurung e la sua stirpe avrebbero sterminato quanto restava dei Noldor. I Naugrim però gli fecero cerchio attorno quand'esso li assalì, e neppure la sua possente corazza valse a difenderlo appieno dai colpi delle loro grandi azze; e quando nel suo furore Glaurung si volse, abbatté Azaghal Signore di Belegost e lo calpestò, con le ultime forze Azaghal gli piantò un coltello nel ventre, e siffattamente lo ferì che il drago fuggì dal campo di battaglia e le belve di Angband sgomente volsero le terga seguendolo. Allora i Nani sollevarono il corpo di Azaghal e lo portarono via; e andavano a passo lento, intonando un canto funebre con voci fonde, quasi fossero a un mortorio nella loro contrada, senza più badare ai loro nemici; e nessuno osò tentare di fermarli..." [Quenta Silmarillon, cap. XX]
Da qui forse nacque l'odio secolare tra Nani e Draghi, anche se in verità va rimarcato come fosse un tratto distintivo ad accomunare le due razze in campi avversi: l'amore smodato per le ricchezze.
Successivamente Hurin, giunto tra le rovine di Nargothrond, vi trova casualmente la Nauglamìr e la dona a Thingol re del Doriath (che già non aveva voluto rendere il Silmaril ai Noldor!). Quest'ultimo, stregato dalla bellezza di entrambi, decide di chiedere ai Nani di unire collana e gemma in un unico gioiello, unendo di fatto le sorti che già perseguitavano i due gioielli. E i Nani di Nogrod accettano di compiere l'ardita operazione.
Qui i Nani "cadono" (ricordate la propensione alla caduta? L'amore per i tesori e le proprie creazioni?).
Creata la nuova collana, così apostrofano il Re elfico:
"... Per quale diritto il Re degli elfi reclama la Nauglamìr, la quale è stata costruita dai nostri padri per Finrod Felagund che è morto?" [Quenta Silmarillon, cap. XXII]
E' un mero pretesto il loro, Thingol subito lo capisce e sprezzante li apostrofa, scacciandoli e rifiutando di pagare il compenso pattuito.
I Nani, accecati dall'avidità e dall'affronto, uccidono il Re del Doriath, rubano la Nauglamìr e fuggono, ma sono inseguiti dalle forze elfiche ed uccisi. La collana viene riportata a una sconsolata Melian.
Solo due Nani si salvarono e tornarono a Nogrod, raccontando la loro versione, nella quale i Nani sono stati uccisi dal Re elfico per non pagare il dovuto.
Orgoglio nanico esige vendetta! Nogrod chiede aiuto a Belegost -che saggiamente rifiuta- e allestisce un esercito con il quale entra in Menegroth, portando la battaglia nella città stessa. I Nani vincono, depredano e massacrano, tra le risate silenziose di Morgoth.
Beren con il figlio Dior si pone a capo di una forza di Elfi Verdi dell'Ossiriand, che pare comprendesse anche alcuni Pastori degli Alberi. Con essa insegue l'esercito nanico e li sconfigge: quasi nessuno tornerà alle amate grotte, concludendo così una delle pagine più tristi della Prima Era.

Il re nella sua sala è ritornato,
giù sotto il monte altissimo abbuiato,
il verme del terrore è stato ucciso
gli altri nemici avran lo stesso fato!

UNDERSTANDING DWARVES - CAPITOLO 2 - DELLA CREAZIONE E DEI SUOI PERICOLI - LE SETTE STIRPI DEI NANI

CAPITOLO 2 - DELLA CREAZIONE E DEI SUOI PERICOLI - LE SETTE STIRPI DEI NANI
In Tolkien il concetto di "creazione" è strettamente legato a quello di "caduta" e di "corruzione".
L'attività subcreativa è somma attività dell'essere senziente, ma è potenzialmente pericolosa, anche quando fatta a fin di bene:
"... questo male spaventoso può nascere, e di fatto nasce, da una radice apparentemente buona, e il desiderio di fare del bene al mondo e agli altri -in fretta e secondo i progetti del benefattore- è un tema ricorrente..." [Lettera 131]
Caduta e corruzione sono in Tolkien all'origine dell'ingresso di ogni popolo nella storia e sono inscindibili in ogni opera creativa. Esempi ne sono il confronto con i limiti (quali la mortalità) che porta alla caduta, e la sete di potere (l'arrogarsi Dio) che il creare produce, da cui deriva la corruzione.
Pensiamo che tra i fabbri, che sono sommi creatori (arti-fex) annoveriamo Aule stesso, Sauron, Feanor, Celebrimbor.
E, con un piccolo inciso, potremmo notare che, Melkor a parte, Aule è il sommo fabbro e suoi allievi sono stai Feanor e Sauron, e anche Saruman era un suo Maiar... Insomma Morgoth escluso, quasi tutti i grandi "caduti" risalgono a Aule. Qualche colpa la deve pur avere, ma non ditelo ai Nani!
Tornando ad essi, i figli di Aule non caddero direttamente, come invece gli Elfi esuli e gli uomini, ma furono invece il prodotto indiretto di una caduta. Infatti è ben noto che non sono una razza di Figli (pensati e creati dai Valar tutti nel loro canto), ma il prodotto dell'iniziativa personale del solo Aule che ha un fine buono, ma assomiglia molto nel suo agire a Morgoth, a Sauron, a Saruman (con la creazione di Balrog, draghi, orchi e Uruk).
La differenza -fondamentale!- e che Aule non cadde, sia perché il suo intento era buono (desiderava l'avvento dei Figli per potergli insegnare), ma soprattutto perché ammise il suo errore, e volse il martello contro la sua creazione, di fatto pentendosi del suo desideri di farsi Dio.
Invece ad esempio Feanor rifiutò di rinunciare ai Silmaril, neanche per far rivivere gli alberi.
Eppure a questo punto è Eru stesso a fermare la mano di Aule: aveva già accettato la sua creazione ed infatti i Nani non aspettavano supini il colpo di maglio del creatore, ma si ritraevano da esso. Eru insomma aveva donato ad essi una propria volontà, cosa che Aule da solo non poteva concedere loro, rendendoli esseri senzienti a tutti gli effetti e non meri "automi".
Potrebbe essere interessante chiedersi dove fosse il luogo in cui avvenne la creazione dei Nani ed il successivo confronto tra Eru e il suo Maiar... Forse che i Nani sono in realtà i primi ad aver calcato parte di Arda? E infatti la condizione che Iluvatar pone per accettarli è che rimangano a dormire fin dopo la comparsa dei Priminati sulla superficie terrestre.

Aule, grato, non può far altro che accettare e pone quindi i Sette Padri dei nani con le rispettive mogli in luoghi remotissimi, da cui emergeranno solo dopo l'avvento degli Elfi.
Quattro delle sette stirpi vengono poste nel lontano oriente, e non avranno parte nella storia della Terra di Mezzo. Esse sono i BLACKLOCKS ("Trecce Nere"), i STONEFEETS ("Piedi di Pietra"), gli IRONFIST ("Pugni d'acciaio") e gli STIFFBEARDS ("Barbefolte").
Tre invece verranno poste ad Occidente ed avranno una parte, più o meno rilevante nella Storia che Tolkien ci ha raccontato: i FIREBEARDS ("Barbe di Fuoco"), che saranno i fondatori di Gabilgathol, i BROADBEAMS ("Tarchiati"), che costruiranno Tumunzahar e, soprattutto, i LONGBEARDS ("Lunghebarbe" o - meglio - "Longobarbi"), che erigeranno Khazad-dum.
[Da notare come NON esistano i DOURHANDS ("Mani arcigne"?), cioè la stirpe di nani "cattivi" presente in LOTRO]

Del monte il trono ora libero abbiamo!
Odi, disperso popolo, il richiamo!
Attraverso le lande qui accorrete!
Amici vuole il Re: non lo lasciamo...

UNDERSTANDING DWARVES - CAPITOLO 1 - CARATTERISTICHE IMMUTABILI... FINO ALL'ULTIMA BATTAGLIA - IL DESTINO FINALE DEI NANI

Inizio ora a pubblicare nuovamente il saggio in sei parti (!) sul popolo dei nani, anche questo già pubblicato a suo tempo sul forum di HR:


"Visto che ormai da tempo Mines of Moria è tra noi e in essa sto ritrovando - ovviamente- piacevoli ed innumerevoli riferimenti al passato dei figli di Aule, e dato che i pochi nani tra le file dei Ranadurin si dimostrano ancora una volta troppo schivi e testardi sia per condividere con gli altri le loro conoscenze, sia per illuminare almeno un po’ i cuori e le menti di umani, hobbit e soprattutto elfi, ho deciso di scrivere questo "saggio" per aiutarci a comprendere e conoscere meglio questa razza, riordinando molte cose che mi furono narrate una sera accanto al fuoco da un nano dalla barba d'argento come il mithril.
Perdonatemi se ho la presunzione di dirvi cose che magari già conoscete a memoria, ma spero che tra le tante ve ne sia qualcuna a voi sfuggita o dimenticata.
Chissà, magari la lettura di questo mio scritto invoglierà qualcuno a crearsi un personaggio nano, e questo sarebbe il più bel complimento per i mie sforzi..."

CAPITOLO 1 - CARATTERISTICHE IMMUTABILI... FINO ALL'ULTIMA BATTAGLIA - IL DESTINO FINALE DEI NANI
"...Forti e resistenti. Sono duri come la pietra, testardi, rapidi a stringere amicizia e a scatenare ostilità..." [Quenta Silmarillon, cap.2]
"...Sono una razza per lo più robusta e resistente, segreta, laboriosa, fedele ai ricordi del male (e del bene) ricevuto, amante della roccia, delle gemme, delle cose che prendono forma nelle mani degli artigiani più che di ciò che vive di una vita propria..." [Signore degli Anelli, Appendice F]
"...Un tempo fra gli Elfi della Terra di Mezzo si riteneva che, morendo, i Nani tornassero alla terra e alla pietra di cui erano fatti; ma essi non lo credono più. Dicono infatti che AULE l'Artefice, che chiamano MAHAL, ne abbia cura e li raduni a Mandos, in aule a se stanti; e che abbia rivelato ai loro antichi padri che alla fine Iluvatar li benedirà, riservando loro un posto tra i Figli. Il loro compito sarà allora quello di servire Aule e di aiutarlo nella ricostruzione di Arda dopo l'Ultima Battaglia... [Quenta Silmarillon, cap.2]
A proposito di questa, la SECONDA PROFEZIA DI MANDOS afferma che...
"... Quando il mondo sarà vecchio, Morgoth ritornerà in Arda, distruggerà il Sole e la Luna. Earendil riuscirà a trascinarlo a terra e allora si svolgerà in Valinor la DAGOR DAGORLATH (Ultima Battaglia).
Morgoth sarà affrontato da Tulkas, Finwe e Turin; e Turin lo ucciderà, compiendo la sua vendetta.Feanor recupererà i Silmaril e li donerà a Yavanna che col loro fuoco rigenererà i due Alberi. E la loro luce renderà i Valar nuovamente giovani... [History of Middle Earth, The Shaping of Middle Earth]
Il destino dei Nani è confermato anche dalle ultime parole di Thorin Scudodiquercia:
"... A terra giaceva Thorin Scudodiquercia, ferito di molte ferite, l'armatura infranta e l'ascia intaccata posate al suo fianco. Levò gli occhi quando Bilbo gli venne vicino.
- Addio buon ladro - egli disse. - Io vado ora nelle sale di attesa a sedermi accanto ai miei Padri, finché il mondo non sia rinnovato..." [Lo Hobbit, capitolo 18 "Il viaggio di ritorno"]
Dunque i Nani saranno presenti dopo l'Ultima Battaglia. Ma essi sono convinti anche che quanto trasmesso nella Seconda Profezia è inesatto o incompleto: dopotutto sono stati gli elfi a raccoglierla e tramandarla! Perché i Nani sanno -è sicuro come il mithril! - che anche i figli di Aule parteciperanno alla Battaglia, pur non essendo citati. Ed è ovvio anche che vi avranno un ruolo fondamentale, non per nulla il periodo dopo la morte è per loro un'attesa che arrivi quel momento, e le sale di Mandos sono gremite di guerrieri che si allenano, lucidano azze e scuri e attendono, pazienti e testardi, che il momento giunga.

Faceano i Nani un dì magiche gesta,
battendo mazze qual campane a festa
dove dorme laggiù tetro un mistero
negli antri sotto la rocciosa cresta

Gondor

Un altro vecchio saggio dei tempi di HR...

Gondor, l'ultimo dei regni Dunedain, si erge nel sud della Terra di Mezzo a perenne e solitaria guardia su più fronti: contro le forze dell'Ombra, le invasioni degli Haradrim e le incursioni dei Corsari di Umbar.Il nome stesso di Gondor significa "Terra di pietra", per via delle fortificazioni, mura e torri in essa presenti.Certo, non è più il vasto regno dei tempi di Isildur, Anarion e dei loro figli, eroso da secoli, millenni di guerra quotidiana. Tuttavia resiste, saldo ed impavido.
Il Regno fu costituito alla fine della Seconda Era da parte di Numenoreani sfuggiti all'inabissamento dell'isola. Si narra che la gigantesca tempesta causata dallo sprofondamento investì le nove navi dei Fedeli, dividendole: quattro navi, guidate da Elendil furono spinte verso nord, dove fondarono il regno di Arnor, mentre le cinque comandate da Isildur ed Anarion entrarono nella baia di Belfalas, per poi risalire l'Anduin fino ad un vecchio avanposto numenoreano chiamato Osgiliath, la "Cittadella delle stelle", di cui fecero la loro città e capitale. I Numenoreani costruirono il grande ponte sull'Anduin e le due torri di Minas Ithil, a oriente, e Minas Anor ad occidente. La regione circostante, chaimata Ithilien, divenne il cuore del loro regno. Da quel momento in poi il destino, la sventura e la gloria stessa di Gondor sono sempre stati legati al fatto di essere il baluardo delle genti libere contro Mordor.Dopo la Guerra dell'Ultima Alleanza, sconfitto Sauron, Isildur lasciò la corona del regno a Menedil, figlio di Anarion che era morto in guerra, per recarsi al Nord e reclamare per se la corona di Arnor, il cui re Elendil era pure morto nell'ultima battaglia. E' ben noto che mai vi giunse, caduto nell'imboscata presso Campo Gaggiolo.Seguì un'epoca di relativa pace e di espansione per Gondor. Ma il Male non era stato completamente distrutto e poco alla volta riprese a manifestarsi.All'epoca di Telimnar, ventitreesimo re della linea di Meneldin, una terribile peste proveniente da Mordor decimò il regno nel momento del suo massimo splendore.Sotto Earnil i Nazgul, gli Spettri dell'Anello, tornarono a manifestarsi, fino a prendere Minas Ithil, che divenne così Minas Morgul, la "Torre della stregoneria".I Numenoreani, pressati, si videro costretti ad abbandonare poco alla volta Osgiliath e l'Ithilien divenne deserto, rifugiandosi a Minas Anor, ribattezzata Minas Tirith, la "Torre di Guardia", a ribadire ancora una volta il ruolo di Gondor nella Terra di Mezzo.Earnul, figlio di Earnil, raccogliendo la sfida del Signore dei Nove, si recò a Minas Morgul, dove venne preso a tradimento. Non avendo eredi, la linea dei Re si interruppe con lui. Il regno fu guidato da allora dal Sovrintendente Mardil il Fedele e dopo di lui dai suoi successori, fino all'attuale Denethor II.Poco dopo il Calenardon, la regione a ovest del regno, spopolata dalla guerra e dalle malattie, venne donata dai Sovrintendenti ai Rohirrim, la popolazione di cavalieri biondi del nord che avevano aiutato Gondor e che da allora rimasero gli alleati più fedeli di Gondor.Il regno era così diventato delle attuali dimensioni.
Situato nelle ampie pianure a sud dei Monti Bianchi, tra il fiume Anduin -che scorre ad est ed a sud- e le bocche dell'Isen a ovest, tutto il suo territorio, la sua stessa essenza potremmo dire, trasuda di questo stato di guerra perenne. L'ampio territorio a ovest, che confina con i territori di Rohan, è caratterizzato dalla presenza delle sette torri di vedetta: Halfirien, Calenhad, Min-Rimmon, Erelas, Nardol, Eilenach e Amon Din. Si tratta di terre spopolate dalla guerra e dalle incursioni: gran parte della popolazione ha trovato rifugio e vive all'interno della relativa sicurezza del Rammas Echor, il lungo muro semicircolare (circa 30 miglia) che funge da prima linea di difesa della capitale Minas Tirith e che va dalle propagini dei monti fin'oltre ai porti della città lungo l'Anduin, riunendosi poi al versante montano.All'interno del Rammas Echor abbondano i corsi d'acqua e le fattorie, garantendo un flusso costante di rifornimenti alla città.
La vecchia capitale, Osgilliath, sorgeva invece ad est al di fuori delle mura, sulle due sponde dell'Anduin, dove ora passa il confine con Mordor. La città è in rovina, tempestata dai colpi delle macchine d'assedio, ed abbandonata, se non per la sparuta ma tenace guarnigione. I ponti che collegavano le due rive sono stati ovviamente distrutti ed ora la traversata è possibile solo attraverso i guadi o i temporanei ponti di barche.
Minas Tirith sorge invece all'interno del muro, a circa tre miglia della parte sud, ove si trovano le banchine degli approdi di Harlond.Come già detto Minas Tirith nacque come posto di guardia contro le incursioni delle popolazioni selvagge delle valli dei Monti Bianchi, e si chiamava in origine Minas Anor, "Torre del sole calante". Col tempo si trasformò da avamposto fortificato a residenza estiva del Re, quando la capitale era Osgilliath, a dimora reale. Nel 2002 della Terza Era, dopo la caduta di Minas Ithil (ora Minas Morgul), cambiò il nome nell'attuale Minas Tirith e divenne la capitale.La città sorge su un'erta collina circolare a diretto contatto con le propagini del monte Mindolluin, cui è in parte connessa ed è caratterizzata dall'altissimo sperone di roccia sporgente verso est, tagliente ed affilato come la chiglia di una nave. Altra sua caratteristica peculiare è il fatto di non essere costruita, ma bensì scavata nella viva roccia. La bellezza e l'accuratezza di tale lavoro ha fatto si che molti preferiscano usare il termine "scolpita", quasi si trattasse di un'opera d'arte.Sullo sperone sorge la Cittadella, cuore del regno, tra i cui palazzi spicca la bianca torre di Ecthelion, con la sua famosa Sala della torre, al cui interno si trova l'ormai da lungo tempo non più usato trono dei Re, in cima ad un'alta scalinata. Ai piedi della scala un trono più piccolo viene usato dal Sovrintendente nelle occasioni formali.
Altri posti degni di nota nella cittadella sono Merethrond, la grande Sala delle feste, il Palazzo dei Re e la Piazza della fontana, in cui si trova un antichissimo albero ritenuto essere il discendente di uno dei due mitologici alberi di Valinor, anche se in verità l'albero in questione appare oggi molto mal messo, forse addirittura morto.Al di sotto della Cittadella, sull'erta collina si spande la città, intervallata da ben sette cinta di mura concentriche. L'unica ampia strada principale che dai Grandi Cancelli arriva fino alla Cittadella si snoda sinuosa, attraverso le sette porte, situate sfalsate a scopo difensivo, in modo che l'eventuale invasore sia costretto per giungere alla porta successiva a passare attraverso gran parte della città stessa, tra due fila di mura. Nella prima cerchia si trova poi la Rath Celendain, l'antica Strada delle Lampade, nella quale sorge la Vecchia Foresteria, primo punto di ritrovo per chiunque giunga in città. Nella sesta cerchia si trovano le Case di Guarigione, passate le quali inizia la lunga galleria, unico accesso al settimo cancello ed alla Cittadella.All'altezza della quinta cerchia c'è il congiungimento tra il colle e le propagini del Monte Mindolluin. Sopra tale erto tratto sono stati edificati nei secoli i Luoghi Sacri, con le Tombe dei Re e dei Sovrintendenti. La Rath Dinen, la "Via Silente" li collega con la città e Fen Hollen, la "Porta Chiusa" ne è l'unico accesso.