martedì 10 novembre 2009

A New Beginning

[Vita su Lotro: nascita della mia nuova kinship (attualmente one-man kinship!) dopo lo sfacello della precedente]

Gormadock prese nervosamente a calci un ciottolo dal terreno polveroso, spedendolo nel fitto del bosco. Era arrabbiato, molto arrabiato.
Infuriato al punto che neppure la prospettiva del pasto caldo che Rossaciocca stava preparando sul piccolo fuoco del campo riusciva a calmarlo.
Aveva visto nel giro di pochi giorni i frutti di lunghissimi sforzi crollare ad opera di un insidia più pericolosa di un esercito di orchetti: la sfiducia, sorella di ira e cecità.
Subdoli sussurri erano serpeggiati dove prima regnava la concordia, e parole irose e rancori ne erano nati, bruciando quel poco di unità che ancora resisteva.
E aveva visto il suo grande amico Palamorn incupirsi e diventare sempre più silenzioso, una strana luce nel suo sguardo.
Un corvo scese starnazzando nella radura, appollaiandosi sulla spalla di Morinethar e il vecchio si avvicinò all'hobbit.
- Stormchaser riferisce che nessuno ci segue. -
- Allora siamo proprio soli, nessun altro ha voluto seguirci - sospirò il menestrello panciuto.
- E cosa ti aspettavi? - soggiunse Keldhar il furetto, autoproclamatosi Gran Re Ratto, - i più hanno abbandonato Ranamar per continuare comunque assieme e i pochi che non l'han fatto sono rimasti negli Heren Ranodur.-
- Apvite gli occhi, tutti quanti - intervenne Rossaciocca, saggiando con un rametto la carne che arrostiva sullo spiedo, - siamo soli, come ha detto Govmadock.
- Soli, a parte quella la. - disse il furetto, indicando con il pollice dietro le sue spalle dove, seduta in disparte dagli altri, un'esile elfa sembrava cantare sommessamente tra se.
- Quella? Quella è matta! - continuò la cacciatrice di taglie hobbit - Io non ce la voglio più in tenda con me: ievi notte è stata per ove a pavlave da sola. Figuvatevi che faceva puve delle voci divevse e quasi cvedevo ci fossevo piu pevsone che chiacchevavano. Invece eva lei che litigava con se stessa! Si insultava, a momenti piangeva per poi subito dopo videre. Mi spaventa, ecco! -
- Allora con una sola persona ne abbiamo guadagnate due - aggiunse son un mezzo sorriso Keldhar.
- Due? Almeno quattvo o cinque, vi dico! Cioè, già abbiamo te, Movinethar, che pavli con le bestie, ma questa è peggio!-
- Piantatela, tutti quanti! Mi pare che abbiamo problemi più urgenti adesso - intervenne il menestrello hobbit.
Gli sguardi di tutti si volsero verso la cima della collina, dove una figura solitaria si stagliava contro il cielo. Persino l'elfa smise per un istante di mormorare, seguendo gli sguardi degli altri.
- L'ha presa proprio male, vero? -
- Credeva in quel sogno, più di noi.-
- E poi è gondoriano, non concepiscono altro che onore e fedeltà alla parola data.-
- E la gvatitudine? che mi dite della gvatitudine? -
- Si ma arrivare al punto di spezzare il suo scudo... -
- Silenzio, sta arrivando! -
Il guardiano rientrò nel campo a grandi passi.
- Ho preso una decisione, ma è mia personale, quindi non dovete seguirla anche voi per forza, anzi ve lo sconsiglio, perchè la mia è una via solitaria.
Non tornerò a Ranamar perchè il ricordo del passato me lo impedisce: il duplice ricordo di quello che eravamo un tempo e di quello che siamo stati negli ultimi tempi.
Ma neppure mi unirò ai transfughi, per lo stesso motivo: troppe cose mi legano comunque al mio passato a Ranamar e non me la sento di cambiare semplicemente bandiera. E poi vedere l'entusiasmo e gli sforzi -seppur lodevoli- che ora li animano, mi farebbe solo aumentare il rammarico perchè quando si era nei Ranadurin non sono stati fatti.
Vi esorto comunque a non percorrere la mia strada, ma a tornare indietro ed a unirvi a uno dei loro gruppi.
- Te lo puoi scordare, amico: io non ti mollo! -
- E poi cosa ci lega a loro? amicizia con alcuni, ma non maggiore di quella che abbiamo tra noi.-
- Già, ne abbiamo parlato tra noi e siamo con te. -
- Noi siamo un gruppo unico, e tale resteremo.-
- Ricominceremo noi, con le nostre regole e i nostri principi.
- Una nuova bandiera da seguire, senza passati ingombranti.-
- Ci manca solo il nome.-
- Quello ce l'ho io: – aggiunse Morinethar – un nome che è sia una citazione che un monito per noialtri... che ne dite di Saggezza perduta?-
- Vuoi farci ridere dietro da tutti? -
- Perchè non ci chiamiamo Le Spade del Crepuscolo? Crepuscolo perchè questa situazione da cui siamo usciti è cupa come la luce del crepuscolo, almeno per noi.
- Scusa ma chi vedi di noi usare le spade?-
- Allora grigio sarà il nostro colore – soggiunse il guardiano – e saremo la Grigia Compagnia: grigio perchè adesso non vedo più nette distinzioni tra bianco e nero, tra buoni e cattivi, tra chi ha ragione e chi non ne ha; e grigio perchè il mio animo è inquieto e cupo e ogni colore sembra essere svanito, dilavato.
- E' deciso allora! - concluse l'hobbit - La Grigia compagnia nasce oggi, e da ora in poi i Grigi Compagni noi siamo!-
A quelle parole una voce melodiosa, mai udita prima, si levò in un canto alle loro spalle:
- Io non ho casa, io non ho terra, io non ho pace.
Se busserò alla tua casa, e mi accoglierai nella tua terra, difenderò la tua pace. -
Cinque paia di occhi si voltarono verso l'elfa seduta in disparte.
Ma la luce era nuovamente sparita dai suoi occhi, ora di nuovo vacui, ed essa riprese a cantilenare parole incomprensibili.

Io non ho casa, io non ho terra, io non ho pace.
Se busserò alla tua casa, e mi accoglierai nella tua terra, difenderò la tua pace
[Chiara Strazzulla – La Strada che scende nell'Ombra]

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